venerdì, Gennaio 19, 2024
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Nicturia: Cause, Sintomi e Rimedi

La nicturia è quella condizione in cui ci si sveglia una o più volte nel corso della notte a causa della necessità di urinare.

Ovviamente a tutti sarà capitato almeno una volta nella vita di svegliarsi in piena notte per svuotare la vescica e non di certo è questo motivo di preoccupazione. Il problema insorge quando questo fenomeno si manifesta con frequenza andando ad interrompere regolarmente il sonno di chi ne soffre.

In genere durante la notte si ha una minore produzione di urina, al punto che in condizioni fisiologiche durante le 7-8 ore di sonno notturno non si avverte la necessità di svuotare la vescica. Va da sé che interrompere la continuità del riposo notturno e soffrire di nicturia determina forti ripercussioni sulla qualità del sonno che si riflettono anche sulla vita diurna del soggetto colpito da questa condizione, determinando scarsa concentrazione, sonnolenza durante il corso del giorno, stanchezza fisica, sbalzi di umore e sul lungo periodo possono indurre anche a stati depressivi.

La nicturia non è da intendersi come una patologia in sé, ma piuttosto come un sintomo o la manifestazione di cause temporanee o che comunque il più delle volte non indicano la presenza di una malattia.

Nella maggior parte dei casi la necessità di doversi alzare per urinare spesso di notte è dovuta all’abitudine di bere una bevanda calda prima di andare a letto per agevolare il sonno (specie se la bevanda in questione contiene teina che ha un effetto diuretico) oppure all’assunzione di farmaci ad effetto diuretico (specie nei soggetti che soffrono di ipertensione).

Si può avere il bisogno di svuotare la vescica di notte anche in relazione a cause legate alle variazioni ormonali, che portano alla ritenzione idrica, soprattutto nelle donne in gravidanza o in menopausa, talvolta ancora la nicturia può essere legata ad un fattore anatomico, quale la ridotta capacità di raccolta della vescica.

In altri casi, invece, la nicturia rappresenta la manifestazione di un quadro clinico di maggiore rilevanza, ma è bene chiarire che in questo caso la necessità di urinare nelle ore notturne si presenta con frequenza, talvolta crescente, e che si associa ad altri sintomi.

È vero che con il termine nicturia si indica la necessità di urinare spesso nel corso della notte, ma è bene specificare che ad essa possono associarsi molteplici altri sintomi a seconda della causa scatenante, in cui si avverte una difficoltà ad emettere il getto di urina, che fuoriesce goccia a goccia e con dolore (disuria), sensazione di bruciore (in caso di infezione), le urine possono apparire colorate di scuro (color marsala) od assumere un odore fruttato (in caso di diabete).

A prescindere dalla presenza di sintomi associati o meno, se il problema si manifesta più volte in un intervallo di tempo ristretto, si rende necessario rivolgersi ad un medico di base riferendo del disturbo, al fine di farsi indirizzare verso accertamenti clinici specifici.

Andiamo quindi a fornire una panoramica delle cause più comuni di nicturia, che come anticipato, nella maggior parte dei casi non sono di natura patologica, ma dovute ad abitudini o fattori temporanei. Tenendo conto che in altri casi però può rappresentare il sintomo di una patologia di fondo.

Quali sono le cause più comuni di nicturia?

In questo paragrafo abbiamo raccolto le cause più comuni di nicturia con una relativa spiegazione di eventuali altri sintomi associati in modo tale da avere un quadro chiaro della sintomatologia in questione.

Assunzione di liquidi

L’abitudine di bere una tisana o un thé caldo prima di andare a dormire è una consuetudine comune a molte persone, per rilassarsi e facilitare il sonno. Ma se la quantità di liquidi è abbondante e non si provvede a svuotare la vescica prima di andare a dormire, inevitabilmente si avvertirà l’urgenza di urinare durante la notte.

Nonostante in condizioni fisiologiche la filtrazione renale diminuisca nel corso della notte, la vescica andrà a riempirsi dei liquidi incorporati, generando lo stimolo di urinare e causando quindi il risveglio notturno.

Farmaci

Alcuni farmaci hanno un effetto diuretico che rientra nel meccanismo d’azione e negli effetti che si vogliono ottenere. Parliamo soprattutto di principi attivi utilizzati per abbassare la pressione sanguigna come la furosemide e torasemide che appartengono alla classe terapeutica dei diuretici.

Variazioni ormonali

Le variazioni dei livelli ormonali inducono spesso a stati di ritenzione idrica e ne sono particolarmente soggette le donne in gravidanza ed in menopausa. Analogamente, fluttuazioni ormonali frutto di patologie possono aumentare la perdita di urina come ad esempio nel caso di diabete insipido.

Insufficienza cardiaca e renale

La nicturia è un tipico sintomo che accompagna lo scompenso cardiaco congestizio, questo fenomeno può manifestarsi in seguito al riassorbimento durante la notte degli edemi declivi che si sviluppano durante il giorno quando il soggetto si trova in stazione eretta, quindi in piedi.

Incontinenza

Si tratta di una condizione molto frequente nei soggetti anziani, fenomeno in cui si ha la perdita del controllo del muscolo detrusore della vescica che permette di trattenere l’urina.

Infezioni delle vie urinarie

In questo tipo di evenienza si associano alla nicturia anche sensazione di bruciore e dolore, e sintomi diffusi quali febbre, brividi e malessere generale. Le infezioni in genere sono di natura batterica e le più diffuse sono la cistite e l’uretrite, in cui si avverte tipicamente la necessità di urinare di frequente senza che vi sia un effettivo aumento del volume di urina, la quale pertanto viene espulsa poche gocce alla volta. Le infezioni urinarie, che sono più frequenti nella popolazione femminile, possono essere facilmente diagnosticate con un semplice esame delle urine seguito da urinocoltura.

Ipertrofia prostatica

Si tratta di causa molto diffusa di nicturia negli uomini sopra i 50 anni di età. Si ha un aumento del volume della prostata, piccola ghiandola a forma di castagna posta al di sotto della vescica, che causa alla lunga un’ostruzione a livello dell’uretra, ossia il canale che permette di espellere l’urina dalla vescica verso l’esterno del corpo.

Questo determina una condizione in cui la vescica non riesce a svuotarsi del tutto, pertanto il soggetto avvertirà la necessità di urinare spesso durante la notte.

Cause neurologiche

Tra le cause di nicturia che si ripercuotono sul sistema nervoso si deve citare il diabete, condizione che compromette il metabolismo dei nervi e che si manifesta con una tipica tonalità di colorazione marsala delle urine e il morbo di Parkinson.

Va poi posta una particolare attenzione alla sclerosi multipla, malattia neurodegenerativa che porta alla distruzione progressiva della guaina mielinica che riveste i nervi, impedendo la corretta trasmissione dell’impulso nervoso. In alcuni casi i malati di sclerosi multipla non hanno la capacità di trattenere l’urina (incontinenza urinaria), ma talvolta si instaura il problema opposto, per cui si ha l’impossibilità di svuotare completamente la vescica del suo contenuto di urina.

Ipertensione arteriosa

La nicturia può essere un segno predittivo di ipertensione, specie se si associa ad episodi di mal di testa, sensazione di vertigini o capogiri, ronzio nelle orecchie, nausea e fame d’aria (dispnea).

Tumore delle vie urinarie

Il cancro può colpire le vie urinarie a livello di tutte le strutture (reni, ureteri, vescica, uretra), ma in particolar modo si localizza a livello della vescica.

Questa condizione porta ad un sovvertimento delle condizioni fisiologiche dell’organo che spesso esitano nell’impossibilità di svuotare la vescica, in cui permane un residuo di urina che genera la sensazione (anche notturna) di dovere andare in bagno.

Come si può ben capire, le cause che possono originare un disturbo di questo tipo sono molto differenti tra loro e pertanto l’elaborazione di una giusta diagnosi deve essere per forza di cose affidata ad un medico specialista nei vari campi in cui è possibile eseguire la diagnosi.

Nicturia

Attenzione al sale nella dieta: uno studio dimostra che esiste una correlazione

Un nuovo studio scientifico presentato al congresso organizzato dalla European Association of Urology a marzo 2017 ha mostrato come, in caso di assenza di cause neurologiche, un ruolo significativo è svolto dall’eccesso di sale nell’alimentazione che è da mettere in relazione con l’aumento degli episodi di nicturia.

Lo studio ha coinvolto 321 persone di entrambi i sessi che sono stati divisi in due gruppi. Al primo è stato chiesto di ridurre il consumo di sale giornaliero del 25% rispetto alla quota di assunzione giornaliera per 3 mesi. La limitazione ha coinvolto anche l’assunzione di tutti quei cibi in scatola che contengono elevate quantità di sale utilizzato come conservante.

Al secondo gruppo è stato chiesto l’esatto contrario, ovvero aumentare l’introito di sale giornaliero del 25%.

Cosa è emerso? Nel primo gruppo il numero di levate notturne per urinare è sceso da 2,3 a 1,4 volte per notte, mentre nel secondo gruppo si è passati da 2,3 a 2,7 volte per notte. Per approfondire lo studio puoi leggere qui il testo integrale.

Premesso che l’eccesso di sale è deleterio per la salute in generale in quanto ha un impatto significativo sul sistema cardiocircolatorio, un suo consumo eccessivo nella dieta può alterare la funzionalità anche di altri apparati come quello urinario nel caso della nicturia.

Come si effettua la diagnosi? 

Capita a tutti di svegliarsi di tanto in tanto nel corso della notte con lo stimolo di dovere urinare, ma questo chiaramente non indica alcun disturbo di cui doversi preoccupare.

Quando però gli episodi si ripetono con frequenza si rende necessario rivolgersi all’attenzione del proprio medico di base per farsi indirizzare verso visite specialistiche opportune.

L’anamnesi, ossia la raccolta di informazioni sui sintomi e sui segni riferiti dal paziente, gioca un ruolo fondamentale per orientare la diagnosi. Di norma viene chiesto al paziente quando sono insorti i disturbi, ogni quanto capita di doversi alzare di notte, se l’interruzione del sonno ha delle ripercussioni sulle attività diurne, se alla nicturia si associano altre manifestazioni quali difficoltà ad urinare, urina di colore scuro o con un caratteristico odore fruttato, sensazione di bruciore o dolore, febbre, brividi e malessere generalizzato.

Il medico potrà poi procedere palpando ed ispezionando l’addome e la pelvi, alla ricerca di punti di dolorabilità al tatto, masse, gonfiori e segni cutanei.

Una volta raccolte tutte le informazioni necessarie potrà sottoporre il paziente ad indagini più approfondite quali un semplice prelievo ematico per verificare i livelli di glucosio nel sangue o degli elettroliti, oppure una raccolta delle urine per constatare la presenza di infezioni, di sangue (ematuria) o di proteine (proteinuria), indice della possibilità di una patologia renale.

Quali sono le terapie più efficaci per la nicturia? 

Nella maggior parte dei casi abbiamo visto che il fatto di doversi alzare di notte per urinare non è un indice di patologia, ma una conseguenza di abitudini o fattori temporanei.

Nel caso in cui si ha l’abitudine di bere qualche bevanda calda prima di andare a dormire, il rimedio è puramente comportamentale: attendere circa mezz’ora prima di coricarsi da quando si è finito di bere o comunque urinare prima di andare a dormire. Si sconsiglia di bere inoltre bevande contenenti teina, caffeina o alcool perché hanno effetto diuretico.

Per i soggetti che devono ricorrere ad antipertensivi perché soffrono di ipertensione arteriosa, si consiglia di assumere il farmaco entro il tardo pomeriggio in modo che l’effetto diuretico abbia modo di esaurirsi prima dell’ora di andare a dormire.

Nei casi in cui la nicturia si presenti in relazione ad un’effettiva patologia, la terapia (per lo più di natura farmacologica) dovrà andare ad agire in maniera mirata sulla malattia alla base del sintomo.

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Autore dell'articolo

Medico italiano che ha lavorato all'Ospedale Internazionale Salvator Mundi di Roma. Ha conseguito il dottorato in medicina presso l'Università di Roma e ha poi lavorato per molti anni presso l'ospedale. Oggi insegna ai giovani specializzandi dell'Università di Roma, condividendo il suo bagaglio di esperienza in campo medico. Gaetano Lazzari è anche autore di numerosi articoli di medicina, alcuni scritti da lui stesso e altri dai suoi studenti post-laurea.

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