La caffeina è un alcaloide estratto dai chicchi di caffè. Agisce come potente stimolante del sistema nervoso centrale, della respirazione e del cuore. Scopriamolo meglio.
Dove si trova la caffeina
La caffeina è un alcaloide. Queste molecole sono generalmente tossiche ed utilizzate dalle piante a scopo di difesa. Gli alcaloidi prendono il loro nome dal fatto che nella molecola sono presenti gruppi amminici tali da impartire alla stessa un carattere basico. Tutti i più importanti veleni estratti dalle piante appartengono a questo gruppo: stricnina, morfina, atropina, iosciamina, nicotina, etc.
La caffeina è estratta dalla piante di caffè, ma non solo. Altre piante, come guaranà e mate contengono concentrazioni variabili di caffeina.
La pianta del caffè è un piccolo arbusto sempreverde che produce frutti, o meglio bacche, di colore rosso intenso. La droga è costituita dai semi tostati, comunemente chiamati chicchi di caffè. Ultimamente anche i chicchi non tostati, che prendono il nome di caffè verde, sono molto utilizzati e apprezzati come coadiuvanti per perdere peso.
I chicchi di caffè verde vengono tostati a 220°C circa per sviluppare l’aroma e l’odore caratteristici del caffè che utilizziamo come bevanda.
Il caffè tostato contiene una quantità di caffeina maggiore rispetto al caffè verde crudo, non tostato. In quest’ultimo la caffeina è legata all’acido clorogenico in un complesso che prende il nome di clorogenato di caffeina. Questo composto determina un assorbimento del caffè più lento e prolungato per tutto l’arco della giornata. Bevendo il caffè tostato il picco di caffeina e quindi di effetto eccitatorio si raggiunge dopo 30-40 minuti; con il caffè verde l’assorbimento è lento, prolungato e continuo durante tutta la giornata, a favore del fegato che riesce meglio a metabolizzare la caffeina e dell’organismo nel complesso che beneficia meglio delle caratteristiche di vigilanza, attenzione e vitalità tipiche della caffeina.
Proprietà della caffeina
Le attività fisiologiche attribuite al caffè sono riconducibili al principio attivo più importante, la caffeina.
La caffeina agisce stimolando il sistema nervoso centrale, incrementando la respirazione e l’azione della muscolatura scheletrica (quella controllata dalla nostra volontà e che permette di eseguire i movimenti). Inoltre, stimola l’attività cardiaca, dilata le coronarie (arterie che irrorano il cuore) rilassa la muscolatura liscia (responsabile dei movimenti involontari quali la contrazione di arterie e degli organi cavi) e favorisce la diuresi.
Il caffè verde ha proprietà peculiari che lo hanno promosso nella categoria degli integratori con effetti dimagrante. L’azione è specifica e significativa, ma ovviamente senza una buona dieta, esercizio fisico e stile di vita sano, da ritenersi anche inutile.
Il caffè verde agisce favorendo un’azione lipolitica sugli adipociti del tessuto adiposo, ovvero rimette in circolo gli acidi grassi stoccati nelle cellule. Questi acidi grassi messi in circolo nel sangue devono essere ossidati, altrimenti ripassando per il fegato torneranno alla loro sede originaria. L’azione specifica è determinata da una serie di metilxantine contenute nei chicchi di caffè verde, tra cui la ceffeina.
Inoltre, il caffè verde ha una concentrazione alta di acido clorogenico, che come visto lega la caffeina in clorogenato di caffeina. L’acido clorogenico è un potente antiossidante, quattro volte maggiore rispetto al thè verde ed agisce bloccando l’azione dei radicali liberi, che altrimenti porterebbero alla degenerazione di strutture molecolari complesse come cellule e proteine.
Estratti di caffeina e preparati di caffè verde sono presenti in commercio in polvere o compresse, il caffè verde si trova anche in bustine con cui è possibile preparare infusi.
Controindicazioni
La caffeina non è consigliabile a chi è sensibile alla stessa, cautela consigliata anche per il caffè verde, sebbene l’assorbimento sia differente tra questo e il caffè tostato.
Inoltre, la caffeina può indurre mal di testa, vomito, nausea, insonnia, agitazione, eccitamento, delirio, tachicardia, extrasistoli.
Il caffè sembra aumentare la secrezione gastrica, inoltre, il caffè tostato avendo un pH basso e compreso tra 3 e 3,5, dovrebbe essere preso con precauzione da chi soffre di problemi gastrici o bruciore allo stomaco, se non completamente evitato.
Il caffè verde ha un pH intorno a 5, sicuramente meno aggressivo rispetto al caffè tostato, ma comunque da evitare in caso di sintomatologia gastrica accentuata.