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Iperico: proprietà, benefici, principi attivi, uso e ricetta

L’Iperico conosciuto anche come erba di San Giovanni o Erba scacciadiavoli è una pianta appartenente alla famiglia delle Hypericaceae, piuttosto diffusa, infatti è possibile trovarla lungo i margini delle strade, nelle radure dei boschi o ai bordi dei campi; cresce dal mare alla zona alpina nei luoghi secchi.

I molti benefici dell’Iperico

Il suo nome scientifico è Hypericum Perforatum, mentre invece i  nomi comuni sono invece molti, il più comune è Erba di San Giovanni, legato al fatto che la fioritura massima si ha verso il 24 giugno, ricorrenza di San Giovanni.

Le sommità fiorite si raccolgono in giugno-luglio quando buona parte dei fiori è già aperta e prima che ve ne siano di appassiti. La parte della pianta dell’Iperico utilizzata per i suoi principi attivi è costituita dalle sommità raccolte durante la piena fioritura ed essiccate.

Utile per irritazioni e scottature

Rimedi a base di iperico sono da lungo tempo utilizzati all’interno di diversi preparati, grazie alle sue proprietà coadiuvanti ed antinfiammatorie. L’iperico infatti largo impiego nell’alleviare una molteplicità di disturbi della pelle: in caso di scottatureemorroidiulcere e piaghedermatitiirritazioni.

I benefici di questa pianta sono stati ben affrontati in alcuni studi, che hanno dimostrato come ungenti a base di iperico si siano rivelati utili per lenire alcune lesioni cutanee in persone affette da eczema.

Iperico

Contro i disturbi del sonno

L’iperico si dimostra utile nel trattamento di stati ansiosi utilizzato combinato con altre piante come la valeriana e la passiflora, garantisce ottimi risultati in casi di ansia e disturbi del sonno. E’ eccellente nel regolare la produzione di melatonina.

Ottimo per migliorare l’umore

L’iperico sembra agire sul sistema dei neurotrasmettitori responsabili nel controllo dell’umore. Fra i principi attivi che potrebbero mediare questa azione sono l’ipericina e l’iperforina. Da ricerche scientifiche si è potuto constatare la sua capacità di aumentare nell’organismo i livelli di serotonina e dopamina.

Proprietà antiossidanti e neuroprotettive

L’estratto ha importanti proprietà antiossidanti e neuroprotettive e di miglioramento delle proprietà vascolari, che ne hanno suggerito l’uso in alcune patologie neurologiche. Uno studio dei ricercatori dell’Istituto di Biofisica del Cnr di Pisa (IBF-Cnr) pubblicato sulla rivista internazionale FEBS Letters (gennaio/febbraio 2009) ha dimostrato  che l’ipericina (pigmento naturale estratto dall’Iperico) può severamente perturbare i processi di polimerizzazione dei peptidi beta-amiloidi responsabili dell’insorgere del morbo di Alzheimer tramite interazioni intermolecolari di tipo aromatiche/idrofobiche che possono associarsi ai precursori delle fibrille mature, inibendo la loro formazione.

Utile contro stress ed ansia

Si parla di depressione che può essere distinta in lieve, moderata o grave. La depressione lieve comporta un numero esiguo di sintomi e un impatto minimo sulla vita professionale e le relazioni sociali. I sintomi diventano più numerosi e sono accompagnati da una maggiore compromissione delle attività quotidiane nei soggetti con depressione moderata.

Nella depressione grave le manifestazioni aumentano, sia in termini di quantità che di gravità e compromettono la vita quotidiana. La depressione lieve e moderata, sebbene non sia invalidante come la depressione grave, se non curata può portare a manifestazioni depressive più gravi.

La depressione può durare anche per lunghi periodi caratterizzati da tristezza, irritabilità, insicurezza, senso di inadeguatezza e sfiducia, perdita di interesse e di piacere nei confronti dei passatempi abituali, stanchezza, astenia, difficoltà di concentrazione, attenzione e memoria, facile affaticabilità, diminuzione della libido ecc.

L’attività antidepressiva dell’Iperico è stata oggetto di diverse ricerche e può essere attribuita a più gruppi di componenti, tra i quali flavonoidi, acidi fenolici, naftodiantroni e floroglucinoli. L’estratto della pianta contenente i vari principi attivi si è dimostrato, in studi clinici, più efficace rispetto ai singoli componenti isolati.

I benefici derivanti dall’integrazione di iperico non si manifestano in pochi giorni, è infatti necessario attendere 2-3 settimane, anche perché i composti lipofili sono assorbiti lentamente e si accumulano gradualmente fino a raggiungere un livello stabile nel cervello, nella cute e nello stomaco.

I principi attivi dell’erba di San Giovanni

I suoi principi attivi sono: olio essenziale (ricco di alfa-pinene, cariofillene e sesquiterpeni), flavonoidi, tanniniipericina, acido clorogenico e caffeico.

La presenza percentuale dei singoli componenti dipende dallo stadio di sviluppo della pianta: il contenuto di ipericine, per esempio, è massimo in piena fioritura, mentre le pettorine raggiungono il picco più elevato nei frutti maturi. La quantità di ipericine presenti varia anche a seconda delle condizioni di luce in cui cresce la pianta.

L’iperforina è un composto che si ritrova soltanto nell’Hypericum perforatum, ed è assente in altre specie. Essa si degrada facilmente all’aria e alla luce durante i processi di estrazione del materiale vegetale e anche negli estratti, mentre nella pianta fresca è protetta dalla presenza dei flavonoidi che fungono da antiossidanti.

La qualità della droga e degli estratti di Iperico viene ancora oggi espressa attraverso il loro titolo di ipericine, nonostante non siano solo questi composti a determinare l’attività della pianta. Ciò è dovuto al fatto che un estratto ricco di ipericine è molto probabilmente ottenuto da una materia prima di buona qualità, che quindi contiene anche gli altri componenti biologicamente attivi.

Uso dell’iperico nei secoli

L’iperico era una pianta già nota agli antichi Greci e Romani. Le sue proprietà medicinali sono state descritte da Dioscoride e Galeno. Dioscoride le raccomandava per la sciatica e come rimedio per le scottature.

Ne consigliava, inoltre, il decotto dei semi per la malaria. Galeno invece lo riteneva un efficace amuleto contro gli incantesimi e le apparizioni.

Anche il naturalista Plinio il Vecchio nel I secolo, ne ha descritto l’uso con il vino contro il morso dei serpenti e soprattutto per trattare le ustioni.

Nel Medioevo l’iperico è stato usato nelle pratiche legate a credenze superstiziose. Questa pianta, che possiede infatti un aroma prezioso simile a quello dell’incenso, era raccolta in mazzi e bruciata nelle case per allontanare dalle persone e dalle abitazioni demoni e spiriti maligni: l’iperico era popolarmente noto col nome di “fuga daemonorum”.

Anche oggi in certe zone rurali dell’Inghilterra e Germania, l’iperico è protagonista di curiose cerimonie finalizzate alla predizione del futuro.

In Europa la medicina popolare ha utilizzato questa pianta, in periodi alterni, come balsamico e antinfiammatorio dell’apparato bronchiale e urinario, antiemorragico, antiemorroidario e cicatrizzante di ustioni, ulcere e piaghe di diversa natura.

Solo a partire dagli anni ’80, però, l’iperico è stato studiato per le sue proprietà antidepressive, attuando un’estesa sperimentazione scientifica sull’uomo e sugli animali.

Ricetta per la preparazione dell’olio

Mettere a macerare 100 gr. di sommità fiorite di Iperico, fresche e tagliate, in 800 g. di olio di oliva, al sole, in un recipiente di vetro chiaro e trasparente, ben chiuso. Agitando di tanto in tanto.

Aggiungere lo 0,1% di vitamina E per evitare l’ossidazione dell’olio ed il suo irrancidimento. L’esposizione al sole dell’olio durante la sua preparazione favorisce la trasformazione della protoipericina in ipericine, per deidrogenazione fotochimica (prodotta dalla luce).

Dopo 30-40 giorni l’estratto, di colore rosso rubino intenso, è pronto e deve essere conservato, dopo filtrazione, in piccole bottiglie (100 ml) ben chiuse in luogo fresco.

Autore dell'articolo

Medico italiano che ha lavorato all'Ospedale Internazionale Salvator Mundi di Roma. Ha conseguito il dottorato in medicina presso l'Università di Roma e ha poi lavorato per molti anni presso l'ospedale. Oggi insegna ai giovani specializzandi dell'Università di Roma, condividendo il suo bagaglio di esperienza in campo medico. Gaetano Lazzari è anche autore di numerosi articoli di medicina, alcuni scritti da lui stesso e altri dai suoi studenti post-laurea.

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