Il dolore pelvico, zona che corrisponde al basso ventre o bacino, è un disturbo piuttosto diffuso nella popolazione femminile, ma che bene o male ognuno ha avvertito almeno una volta nel corso della propria vita.
Nell’uomo è un evento che non deve essere sottovalutato perché può essere la conseguenza di un’infiammazione della prostata o dell’uretra.
Anche se il dolore si manifesta intenso e fastidioso, non è sempre necessario spaventarsi e pensare a possibili cause di grave entità. Infatti, il dolore pelvico è uno dei sintomi più comuni durante il ciclo mestruale e questo vale sia per i cicli regolari che per quelli abbondanti.
Dunque, se il dolore si presenta in corrispondenza del ciclo mestruale non è necessario preoccuparsi. Se il fenomeno è particolarmente fastidioso, persistente o cronico è necessario rivolgersi al proprio medico curante per approfondire la situazione aiutandosi con opportuni esami diagnostici.
Quali sono le cause del dolore pelvico?
Nel delineare le cause del dolore pelvico o al basso ventre possiamo basarci su una suddivisione che tiene conto della localizzazione della possibile causa che l’ha causato.
Abbiamo dunque:
- cause pelviche: quando il dolore è causato da processi patologici o infiammatori a carico degli organi contenuti nella pelvi. È il caso dei dolori legati al ciclo mestruale, ma molto spesso anche come conseguenza ad una infiammazione a carico del nervo pudendo e affaticamento muscolare dopo un’intensa attività sportiva;
- cause extra-pelviche: quando il dolore viene avvertito nella zona del bacino ma in realtà la causa è da imputare ad una patologia che colpisce un organo situato in altra sede. Ne sono esempi il dolore da appendicite, infezioni a carico delle vie urinarie, occlusioni intestinali, infiammazioni della colecisti e diverticoliti.
Si distinguono poi due forme di dolore pelvico, il dolore acuto e quello cronico. Andiamo a vederle più nel dettaglio.
Dolore pelvico cronico
Questo tipo di disturbo è molto frequente in concomitanza della fase di ovulazione. In genere, si avverte un dolore diffuso e sordo a livello dell’addome che si presenta attorno al 14esimo giorno del ciclo e che si protrae per una durata variabile, dai pochi minuti a qualche ora.
Questa forma prende il nome più conosciuto di sindrome premestruale, caratterizzata oltre che dal dolore pelvico anche da una serie di sintomi che lo accompagnano, quali crampi, stanchezza, depressione dell’umore, irritabilità, ritenzione idrica e meteorismo.
A questo punto però bisogna fare una distinzione con un altro tipo di disturbo del ciclo mestruale che è la dismenorrea; in questo caso il dolore è così intenso da rendere impossibili le normali attività quotidiane.
Dolore pelvico acuto
Questa casistica si presenta quando la causa è da imputare ad una patologia infiammatoria, di norma il dolore viene avvertito sia nella parte destra che sinistra del bacino.
Se, invece, il dolore viene avvertito soltanto da una delle due parti, il sospetto diagnostico si orienta maggiormente verso la presenza di cisti ovariche (e il loro sanguinamento) o verso neoplasie a carico delle tube di Falloppio (tubuli che collegano l’utero alle ovaie) o dell’ovaio.
Se si avverte dolore in uno solo dei due settori del bacino, accompagnato da sanguinamento, febbre che si manifesta tra le 6 e le 8 settimane dopo l’ultima mestruazione, bisogna tenere in considerazione anche l’ipotesi di una gravidanza ectopica. Tale condizione si instaura quando si ha l’annidamento del feto al di fuori della struttura uterina (gravidanza extra-uterina).
Come si esegue la diagnosi del problema?
Come si svolge la diagnosi?
Che cosa ci si aspetta quando ci rivolgiamo ad un medico? Quali aspetti andrà a valutare?
Il medico per prima cosa fa un’anamnesi accurata del caso, valutando il tipo di dolore, la sua intensità, quando e come si manifesta, in quali zone si irradia e ponendo tutte le domande utili al fine di comprendere una possibile causa.
Si va inoltre a valutare la presenza o meno di manifestazioni quali sanguinamenti, dolori durante l’atto sessuale e la defecazione e ancora se sussistono problemi legati alla minzione.
In base alle informazioni ottenute il medico ci indirizzerà verso approfondimenti diagnostici quali analisi di sangue, urine, feci, ecografie ed eventuali altri esami specifici per il sospetto diagnostico.
Qual è la terapia per il dolore pelvico?
La terapia più adeguata al trattamento del dolore pelvico deve essere affidata ad un medico specialista dopo aver effettuato tutte le indagini necessarie. Si raccomanda pertanto di non improvvisare strategie e di non affidarsi a soluzioni trovate su internet che per limiti oggettivi non possono tener conto delle particolarità di ogni singolo caso.
Ovviamente la giusta terapia si adatta ad ogni singolo caso, ma vediamo quali sono i trattamenti più utilizzati.
In caso di dismenorrea, quindi quando si hanno dei dolori così forti da condizionare le normali attività quotidiane, di solito i farmaci più efficaci si sono dimostrati essere i FANS o i contraccettivi orali.
Per le gravidanze extra-uterine (eventualità che deve essere seguita sotto stretto controllo medico), l’utilizzo di metotrexato a lungo si è rivelato come un trattamento efficace, ma talvolta il trattamento deve essere di natura chirurgica.
Se la causa del dolore pelvico è da imputare invece ad infezioni batteriche, il trattamento prevede l’assunzione di antibiotici. Anche in questo caso di raccomanda di seguire esclusivamente le indicazioni fornite dal medico curante.
Abbiamo visto che la causa più frequente di dolore alla pelvico è dovuta al ciclo mestruale, vediamo quindi qualche consiglio per attenuare la spiacevole sensazione di crampi e fastidi legati a questo evento fisiologico nella vita di ogni donna.
- È importante seguire una dieta ricca di acqua, frutta e verdura, andando a diminuire l’introito di alimenti grassi e ricchi di sale. Questo accorgimento non solo è importante al fine di mantenere un buono stato di salute generale della persona, ma è molto utile nel diminuire la ritenzione idrica e quindi la sensazione di gonfiore di facile riscontro in concomitanza del ciclo mestruale;
- Una delle strategie più efficaci per trattare il dolore è quello di ricorrere al calore, sia esso trasmesso per mezzo di impacchi, borse dell’acqua calda, bagni o docce. È una strategia tanto semplice quanto efficace, infatti, il calore aiuta a distendere la muscolatura riducendo il senso di contrazione e di dolore;
- È molto importante fare esercizio fisico con costanza, oltre a mantenere il corpo allenato e in buono stato di salute, aiuta a migliorare la circolazione sanguigna facendo in modo che i fattori infiammatori (prostaglandine), che si localizzano durante il ciclo mestruale, vengano contrastati dal rilascio di fattori che ne contrastano l’effetto;
- Quando il dolore è particolarmente fastidioso e causa sofferenza, allora ci si può rivolgere all’azione di farmaci come il paracetamolo, l’ibuprofene o il ketoprofene. Sebbene alcuni di questi farmaci possono essere acquistati senza ricetta medica in quanto farmaci da banco, si raccomanda di non assumerli con costanza e di fare sempre riferimento al proprio medico curante.
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