Soltanto chi soffre di diabete se ne rende conto: la bella stagione può
nascondere non pochi pericoli, ma con le giuste precauzioni, si può godere
l’estate in tutta sicurezza. Ne abbiamo parlato con Giorgio Sesti dell’Università della Magna Grecia di Catanzaro, nel board della Società italiana di diabetologia.
La chiamano bella stagione. E certamente lo è. Ma per chi soffre di diabete c’è dell’altro e soprattutto in estate i pericoli possono essere più insidiosi.
Quando col caldo il rischio di disidratazione aumenta per chiunque, per il paziente diabetico questo calo di liquidi può tramutarsi in un vero problema in grado di portare la persona in iperglicemia.
Non solo. La voglia di sport e movimento come si concilia con il paziente diabetico tipo 1? Il fabbisogno insulinico andrebbe ricalcolato sulla base delle energie consumate con lo sport, per non correre il duplice rischio di un deficit o di un eccesso di insulinizzazione.
In vacanza, inoltre, è molto più difficile controllare la propria alimentazione e monitorare la presenza di zuccheri e grassi nei cibi proposti in albergo, ad esempio. Così come non sempre è facile poter conservare correttamente la propria terapia in caso di lunghi viaggi.
Come affrontare, allora, la stagione calda e più in generale il periodo estivo prendendosi cura di sé adeguatamente e senza troppe rinunce?
Consigli fai da te se ne trovano ovunque e improvvisare non è mai una buona soluzione.
Quando si tratta della propria salute, meglio fare riferimento a chi
conosce nello specifico la nostra situazione clinica: la Società italiana di diabetologia ha stilato un decalogo di raccomandazioni: uno strumento per godere di tutta la bellezza che l’estate porta con sé in totale sicurezza.
Diabete in estate: idratarsi correttamente
Per prima cosa bere, sì, e tanto. Ma scegliere le bevande giuste.
“Con l’innalzamento delle temperature e l’aumento delle attività all’aria
aperta – spiega Giorgio Sesti, diabetologo e ordinario di Medicina interna all’Università della Magna Grecia di Catanzaro – è normale che sia favorita la perdita dei liquidi. Il paziente diabetico, inoltre, attraverso le urine che espellono glucosio, ha maggiormente bisogno di idratarsi abbondantemente.
La tentazione, soprattutto in estate, è quella di desiderare bibite artificialmente zuccherate. Anche le bibite light o con la dicitura senza zuccheri aggiunti possono nascondere sostanze zuccherine occulte.
Meglio preferire, allora, bevande semplici: acqua, ovviamente, ma anche tè preparati in casa, tisane e perché no, centrifugati dissetanti.
Questi ultimi in particolare contribuiscono a reintegrare una buona quantità di minerali dispersa con la sudorazione”.
Giorgio Sesti collabora con Valter Longo, direttore dell’Istituto di longevità della University of Southern California e ideatore del programma Mima Digiuno, un protocollo alimentare i cui benefici sono stati confermati nel contrastare le malattie dell’invecchiamento: “Non ci sono ancora dati scientifici sull’uso e la sicurezza della dieta mima digiuno nei pazieti con diabete – aggiunge Sesti -: dati su persone in sovrappeso e obese mostrano però che questo protocollo porti effetti positivi nella prevenzione contro il diabete”.
Diabete in estate: proteggere la pelle dal sole
La tintarella non è immediatamente associata alle cause di rischio legate al diabete, ma un’esposizione solare non protetta può comportare qualche disturbo in quanto una pelle che presenta micro ferite o lesioni può portare più facilmente a infezioni.
“Una dermatite o un’ustione – aggiunge Sesti – può essere dannosa e ancora di più andrebbe monitorato quotidianamente lo stato di salute del piede. La condizione di neuropatia presente nel paziente con diabete mellito può portare a sottovalutare eventuali sviluppi di ulcere.
Oltre a proteggere adeguatamente la pelle dai raggi Uva e Uvb, dunque, è bene evitare di camminare scalzi o con scarpe scomode. Se si fa trekking un consiglio utile è quello di indossare calze morbide”.
Diabete in estate: il rischio di ipoglicemia
L’energia bruciata con l’aumentare dell’attività fisica può portare a un calo repentino di zuccheri.
“Il movimento è un bene sempre – conclude l’esperto – ed è certamente componente integrata nella gestione della patologia: impariamo però a sfruttare i momenti della giornata più adatti e meno pericolosi.
Privilegiamo le ore meno assolate e cerchiamo di non trascurare le cure farmacologiche pur sapendo che i ritmi di vita vacanzieri possono essere sfalsati rispetto alla routine.
Pause dai pasti più lunghe unite a un movimento più intenso e alla maggiore sudorazione possono portare a sbalzi pericolosi. Oltre a ricordarsi di portare con sé sempre dei carboidrati a rapido assorbimento, è importante effettuare costantemente la misurazione della glicemia”.
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