Il termine bradicardia indica un rallentamento della frequenza cardiaca, ossia una diminuzione del numero dei battiti per minuto (bpm) del cuore, nella sua funzione di pompare il sangue attraverso i vasi ai tessuti dell’organismo.
In genere, in un soggetto adulto ed in salute, l’intervallo fisiologico di contrazioni del cuore si attesta tra i 60 ed i 100 battiti al minuto, pertanto mentre con il termine tachicardia si indicano i quadri in cui il numero di contrazioni supera i 100 battiti, con il termine bradicardia si indica la situazione opposta, in cui il numero di contrazioni è inferiore ai 60 battiti al minuto.
Tuttavia esistono condizioni particolari in cui alcuni soggetti, specie gli sportivi professionisti molto allenati, hanno una frequenza cardiaca inferiore a 60, ma ovviamente rientra in una condizione del tutto fisiologica e legata all’allenamento.
Esiste anche un’altra eccezione: la frequenza cardiaca nel corso della vita fetale e nei neonati è nettamente superiore rispetto a quella degli adulti, pertanto in questi casi si definisce un quadro di bradicardia quando la frequenza scende al di sotto dei 100 battiti al minuto (bpm).
La bradicardia sinusale non è un evento patologico in sé, si tratta infatti di un sintomo che nella maggior parte delle volte insorge senza che alla base ci sia un disturbo cardiovascolare. È un fenomeno che dipende fortemente dallo stile di vita, quindi dal fumo, dalla sedentarietà, dall’abuso di alcool e nei soggetti che seguono una dieta ricca di grassi.
Pertanto è bene premettere che apportando dei significativi miglioramenti al proprio stile di vita ed evitando i comportamenti a rischio appena descritti, la bradicardia può migliorare nettamente. In altri casi può essere effettivamente il sintomo di una patologia cardiovascolare, ma si tratta di una minoranza di casi e che comunque possono essere trattati con terapie farmacologiche o con la chirurgia.
Quali sono i sintomi della bradicardia?
La bradicardia sinusale è una condizione caratterizzata da un minor numero di battiti cardiaci al minuto, condizione che determina un minor afflusso di sangue e quindi di ossigeno e nutrienti ai tessuti.
Questo determina forti ripercussioni sulle prestazioni fisiche del soggetto che manifesta i seguenti sintomi:
- Stanchezza;
- Vertigini;
- Capogiri;
- Dolore al torace;
- Difficoltà respiratorie, in particolare apnee e “fame d’aria”.
Gli organo che necessitano di un maggior apporto di sangue sono il cervello ed i reni, pertanto una ridotta perfusione di sangue che si protrae a lungo determina delle ripercussioni a danno di questi due importanti organi, provocando anche sincopi, confusione mentale, e ripercussioni notturne sulla qualità del sonno.
In quali casi è del tutto normale avere la bradicardia?
Esiste un unico caso in cui soffrire di bradicardia è del tutto normale e parliamo degli sportivi molto allenati che spesso hanno un numero di battiti al minuto che si attestano sotto i 60.
Passiamo ora ad analizzare come vengono classificate le diverse tipologie di bradicardia in letteratura medica.
Quali sono le tipologie di bradicardia?
La bradicardia può essere suddivisa in base alla gravità in lieve, moderata e grave a seconda della soglia sotto la quale si abbassa la frequenza cardiaca.
Si ha un quadro di bradicardia lieve quando la frequenza cardiaca si attesta tra i 50 ed i 60 battiti al minuto. In questo caso, i sintomi sono molto sfumati e in genere si limitano ad uno stato di stanchezza fisica.
La bradicardia di grado moderato si ha quando il numero di battiti rientra nell’intervallo tra i 40 ed i 50 battiti al minuto, e in questo caso i sintomi divengono più importanti e limitano le normali attività quotidiane del soggetto. Difatti si ha una percezione più accentuata di stanchezza muscolare, riduzione della forza fisica, forti limitazioni nel praticare sport, vertigini e sincopi.
Si ha infine un quadro di bradicardia grave quando il numero di battiti scende al di sotto dei 40 battiti. I soggetti in questa condizione avvertono forti limitazioni nel compiere non solo gli sforzi fisici più intensi o prolungati, ma anche le attività più semplici quali anche il solo stare in piedi. Si riduce la pressione arteriosa e soprattutto si ha una ridotta perfusione di ossigeno e nutrienti al cervello ed ai reni provocando danni a questi organi. Inoltre, il soggetto avverte difficoltà respiratoria.
Un’altra classificazione della bradicardia sinusale prevede la distinzione in base alle cause che l’hanno provocata:
- Bradicardia neurogena: questo tipo di bradicardia si origina in seguito alla compromissione della regione cerebrale da cui parte il nervo vago. Questo nervo è quello che riveste un ruolo di primaria importanza nella regolazione delle funzioni regolate dal sistema nervoso centrale tra le quali la diminuzione della contrazione cardiaca;
- Bradicardia miogena: come si intuisce le cause dipendono dal tessuto muscolare del cuore, ovvero il miocardio;
- Bradicardia da farmaci o chimica: si tratta di una particolare forma di bradicardia che è conseguente all’assunzione di particolari farmaci (ed esempio i betabloccanti) ma anche l’assunzione di stupefacenti e l’eccesso di potassio nel sangue (iperkaliemia) possono provocare l’instaurarsi di questa condizione.
Quali sono le cause della bradicardia?
La bradicardia, come detto in precedenza, non rappresenta necessariamente il sintomo di un quadro patologico, ma anzi, molto spesso è un fenomeno che si collega ad uno stile di vita scorretto.
In altri casi invece si relaziona ad un vero quadro patologico di aritmia ovvero una situazione in cui si ha un’alterazione del normale ritmo cardiaco che può essere conseguente ad un danno al normale sistema di conduzione dell’impulso elettrico cardiaco. Di seguito abbiamo riportato le cause più comuni:
Stile di vita
La bradicardia è una condizione frequentemente legata alle cattive abitudini quali fumo, alcool e diete ipercaloriche che portano ad un aumento di colesterolo nel sangue (condizione che facilita la formazione delle placche aterosclerotiche).
Placca aterosclerotica
Condizione facilitata da valori alti di colesterolo nel sangue, che si associano a diete ricche di grassi saturi. Queste placche nel tempo possono andare ad occludere o limitare la perfusione del sangue attraverso le coronarie scatenando una cardiomiopatia ischemica o un infarto del miocardio.
Bradicardia sinusale
Interessa il nodo seno-atriale, ossia la zona del cuore dove origina la trasmissione di impulso elettrico che permette al cuore di contrarsi e quindi di pompare il sangue.
Ipertensione arteriosa
Abbiamo parlato di come devono essere i valori normali della pressione in un articolo approfondito che puoi leggere qui.
Ipotiroidismo
Situazione in cui si ha la diminuzione della produzione di ormoni da parte della tiroide e che si accompagna ad un rallentamento del metabolismo basale. Questa condizione comporta una costante sensazione di stanchezza, bradicardia, sonnolenza e scarsa capacità di concentrazione.
Eccesso di potassio
Elevati livelli di potassio nel sangue (iperkaliemia) possono essere responsabili della comparsa di bradicardia.
Farmaci
L’assunzione di alcuni farmaci può causare un rallentamento della frequenza cardiaca, quali i beta-bloccanti, farmaci anti-aritmici ed anti-ipertensivi.
Altre cause sono:
- danni tissutali al sistema di conduzione cardiaco, spesso legati all’invecchiamento;
- cardiopatia congenita;
- emocromatosi, una patologia genetica che causa l’accumulo di ferro negli organi interni;
- apnea ostruttiva del sonno, ovvero l’interruzione continua della respirazione durante il riposo notturno;
- complicazioni di un intervento chirurgico al cuore;
- malattie autoimmuni come il LES (Lupus Eritematoso Sistemico).
Passiamo ora ad approfondire le modalità con cui il medico effettua la diagnosi e quali sono le terapie più efficaci per curare questo disturbo.
Quando recarsi dal medico?
Come abbiamo visto, la bradicardia può essere conseguente ad una svariata gamma di condizioni e per ottenere l’individuazione delle cause scatenante, della giusta diagnosi e delle terapie appropriate è necessario rivolgersi ad un cardiologo e non tentare di fare autodiagnosi.
Nel caso di difficoltà respiratorie, svenimento e dolore al petto è vivamente consigliato chiamare il prima possibile il numero di emergenza 118 oppure recarsi all’ospedale più vicino. Questi sintomi sottointendono un’emergenza medica che va trattata con la più elevata rapidità possibile.
Come si effettua la diagnosi?
La diagnosi di un disturbo cardiaco deve essere affidata da un medico specialista in cardiologia.
In fase di visita il medico in genere conduce un’accurata indagine sui sintomi percepiti dal paziente, quindi rivolgendo domande quali: quando è insorto il problema, quali sintomi avverte, se sente maggiore difficoltà nello svolgere le attività quotidiane, se avverte difficoltà respiratorie, confusione mentale, vertigini e sincopi.
Il medico procederà poi con il visitare il paziente, auscultando il torace alla ricerca di rumori o soffi cardiaci. Inoltre, prenderà visione dei vasi sanguigni del collo verificandone il turgore e la rigidità.
Sulla base dei sospetti diagnostici il cardiologo potrà sottoporre il paziente ad un elettrocardiogramma (ECG), esame fondamentale per verificare l’attività elettrica del cuore e la regolarità della frequenza cardiaca, che potrà essere svolto sia a riposo che sotto sforzo.
Inoltre il medico può suggerire di effettuare un ECG Holter delle 24 ore, che consente di registrare l’attività elettrica del cuore nel corso di un’intera giornata. Un ecocardiogramma sarà poi utile per prendere visione delle strutture interne del cuore e per verificare il flusso di sangue attraverso gli atri ed i ventricoli.
Un prelievo di sangue, inoltre, può risultare utile al fine di valutare i livelli ematici di potassio (eseguibile con un dosaggio degli elettroliti nel sangue), di colesterolo e degli ormoni tiroidei.
Terapia
In genere la bradicardia non rappresenta un sintomo patologico, pertanto nella maggior parte dei casi non si somministrano terapie se non indicazioni che vadano a correggere lo stile di vita del soggetto. Quindi eliminare fumo ed alcool ed intraprendere una dieta povera di grassi saturi.
Le condizioni di effettivo interesse clinico potranno essere trattate farmacologicamente oppure mediante un intervento chirurgico di stimolazione elettrica del cuore, quindi applicando un peacemaker.
Se la bradicardia è una conseguenza di una patologia sottostante, come può essere l’ipotiroidismo o l’apnea ostruttiva del sonno, il trattamento di questi disturbi si rende necessario per arginare il disturbo e correggere la bradicardia.
Se la bradicardia viene identificata dal medico come un effetto collaterale di un farmaco, con molta probabilità deciderà di sospendere la terapia.
L’installazione di un pacemaker è una delle scelte più adottate dai cardiologi per la cura della bradicardia di grado moderato e grave. Si tratta di un dispositivo a batterie che viene impiantato subito sotto la clavicola ed i suoi fili vengono condotti fino al cure per essere impiantati a livello dei tessuti contrattili cardiaci.
Il pacemaker è in grado di controllare la frequenza cardiaca e generare gli impulsi elettrici necessari a consentire un’adeguata contrazione cardiaca. Alcune tipologie particolari di pacemaker sono in grado di registrare informazioni necessarie per il cardiologo per monitorare il funzionamento del cuore.
Prima di lasciarci ti consiglio di leggere i consigli della comunità scientifica per la prevenzione della bradicardia.
Prevenzione
Il modo più efficace per prevenire la comparsa della bradicardia è quello di ridurre il rischio di incorrere nella comparsa di malattie cardiache. Se già si è affetti da malattie cardiache, è senza dubbio necessario sottoporsi agli adeguati controlli per ridurre al minimo il rischio di complicazioni.
Le azioni da mettere in pratica per effettuare una giusta prevenzione sono le seguenti e sono raccomandate da:
- Mangiare sano e svolgere un regolare esercizio fisico: gli alimenti da preferire sono frutta, verdura, cereali integrali e grassi buoni come l’olio extravergine d’oliva. Per mantenersi in forma basta anche una camminata veloce per mezz’ora al giorno;
- Mantenere il proprio peso stabile: il sovrappeso aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari;
- Tenere sotto controllo la pressione arteriosa ed i livelli di colesterolo;
- Evitare di fumare;
- Consumare alcool con moderazione;
- Non fare uso di sostanze stupefacenti;
- Controllare l’ansia e lo stress;
- Sottoporsi agli esami di controllo periodici.
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