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Tarassaco: che cos’è, proprietà e benefici e controindicazioni

Il tarassaco (Taraxacum officinale), comunemente chiamato “dente di leone“, è una pianta a fiore perenne appartenente alla famiglia delle Asteracee; è largamente diffusa nei campi e nei prati di tutta l’Italia, dove cresce fino a 1.800 metri di altezza, e fin dall’antichità è conosciuta e sfruttata in Europa ed in Asia per le sue virtù medicamentose (come suggerisce l’epiteto officinale), tanto che esiste una vera e propria tarassacoterapia basata sull’utilizzo di foglie o radici di tarassaco a scopo curativo. Scopriamo quali sono i benefici di questa pianta!

Benefici del tarassaco

Questa pianta è soprattutto nota per le sue proprietà depurative dell’organismo: infatti, grazie alla presenza di tarassicina, inulina e sali minerali (calcio, sodio, ferro, fosforo, potassio, magnesio, zinco, selenio), che donano alla pianta proprietà amaro-toniche e digestive, il tarassaco favorisce la formazione e l’espulsione dell’urina, e con essa gli accumuli di tossine dai reni e dalle vie urinarie. Questa tesi è stata confermata da uno studio del 2009 pubblicato su The Journal of Alternative and Complementary Medicine.
Questa peculiarità gli è valsa il simpatico nome popolare di “piscialetto“.
Tuttavia, anche l’ingente quantità di fibra alimentare (3,5 g), stimolando la secrezione dei succhi gastrici, aumenta la motilità intestinale prevenendo di conseguenza la stitichezza.

Inoltre, uno studio condotto dalla Chonnam National University in Sud Corea e pubblicato nel 2010 sul Food and Chemical Toxicology spiega come l’estratto di radice di dente di leone prevenga le patologie epatiche causate dall’alcol, anche grazie alla presenza di vitamina C e luteina che proteggono il fegato dai danni ossidativi dei radicali liberi.

Non solo, l’International Journal of Molecular Sciences, in seguito ad un esperimento condotto sui conigli, ci svela che la radice si è dimostrata benefica nella riduzione del colesterolo cattivo LDL in eccesso, una delle principali cause delle malattie cardiache, favorendone l’espulsione attraverso le feci. Non solo, anche la pressione arteriosa ne ha risentito: infatti, unitamente alle proprietà diuretiche del tarassaco che facilitano l’abbassamento della pressione sanguigna, l’importante presenza di potassio che funge da vasodilatatore in grado di rilassare le pareti dei vasi sanguigni stimola un maggior flusso di sangue ed un minore stress sull’apparato cardiovascolare.

L’ossido nitrico (NO) contenuto nel dente di leone è in grado potenziare la risposta immunitaria del sistema linfatico: ciò accade perché il NO funge da messaggero intracellulare stimolando l’attività fagocitaria delle cellule.

Tarassaco, tarassaco

Come usare il tarassaco

Per usufruire dei prodigiosi benefici depurativi del tarassaco, ecco alcuni suggerimenti per assumerlo:

  • Tintura madre di tarassaco: viene ottenuta attraverso la macerazione dell’intera pianta con i fiori e le radici. Si tratta di uno dei modi più efficaci per beneficiare delle proprietà di questa pianta poiché, nel corso della lavorazione, i principi attivi non vanno perduti. Se ne assumono 40-50 gocce, diluite in acqua, tre volte al giorno lontano dai pasti;
  • Estratto secco: sarebbe consigliato assumerne due capsule al giorno lontano dai pasti, ma siccome si tratta di un integratore alimentare sarebbe bene consultare un professionista prima di procedere all’assunzione;
  • Tisana: nelle giornate più fredde, a chi non andrebbe un’ottima tisana al tarassaco, magari dolcificata con miele, per depurare l’organismo? Tuttavia non tutti sanno ci sono due parti del tarassaco che possiamo utilizzare a seconda delle nostre necessità: infatti se entrambe regolano il sistema digestivo, le radici tostate del dente di leone risultano più utili in caso di problemi al fegato. Quindi possiamo sia preparare un infuso di foglie che di radici tostate da assumere al mattino e alla sera;
  • Decotto: si tratta del metodo tradizionalmente utilizzato per estrarre i principi attivi o gli aromi dalle parti di piante o alimenti medicamentosi che risultano essere più duri, come, per esempio radici e semi. Per ottenere il vostro decotto di tarassaco, vi basterà lasciare in infusione in 200 ml di acqua 15 grammi di radici essiccate; dopo aver atteso 10 minuti, potrete filtrare e bere.

Poiché le foglie del dente di leone hanno un gusto piacevolmente amarognolo (dato da inulina e la tarassicina) è una buona idea anche quella di aggiungerle alle proprie insalate. Viceversa, essendo la radice decisamente amara, non risulterà gradevole al gusto se addizionata alle vostre pietanze.

Controindicazioni del tarassaco

Il tarassaco è solitamente ben tollerato e non presenta grossi effetti collaterali nella stragrande maggioranza dei soggetti che lo assumono, tuttavia se ne sconsiglia l’utilizzo in caso di gastrite o reflusso gastroesofageo poiché le sostanze amare di questa pianta potrebbero stimolare acidità gastrica, ed in caso di ulcera e calcolosi biliare, poiché potrebbe esserne favorita la motilità.

Sarebbe opportuno, se state assumendo farmaci, consultare un medico prima di assumere il tarassaco ed i suoi derivati, perché sono state registrate delle interazioni con alcuni farmaci, quali farmaci antinfiammatori non steroidei, diuretici, il Warfarin ed altri farmaci anticoagulanti e potrebbe indurre ipoglicemia nei soggetti predisposti.

Tarassaco: Habitat e descrizione della pianta

Come accennato prima, non è difficile trovare il dente di leone nei campi e nei prati di tutta l’Italia; nella fattispecie questa pianta è solita prosperare nei luoghi incolti, situati tanto presso il mare che presso la montagna poiché cresce bene sia esposta al sole che a mezz’ombra. L’unico impedimento alla crescita del tarassaco è l’umidità, che teme, ma per il resto si adatta così bene a qualsiasi ambiente e a qualsiasi tipo di clima che potrebbe diventare un’infestante in alcuni casi.

Di altezza compresa tra i 3 ed i 9 cm, il tarassaco si presenta con una grossa radice a fittone dalla quale si sviluppa una rosetta basale di foglie munite di gambi corti e sotterranei.
Le foglie si presentano glabre, più lunghe che large  frastagliate con i lobi triangolari dentati simili per forma ai denti del leone; i fiori, che appaiono tra aprile e ottobre, sono di un giallo deciso e intenso e tendono a “chiudersi” in alcune situazioni:

  • Se il tempo è cupo;
  • Quando cala sera;
  • Se vengono recisi e posti in un vaso.

Tuttavia, il mattino seguente o quando esposti ad una fonte luminosa naturale, si riapriranno. Al termine della fioritura i peli dei pappi si espandono formando un’infruttescenza a sfera comunemente conosciuta come soffione.

Tarassaco, tarassaco

Tarassaco: Curiosità e cenni storici

Presso gli antichi, maestri di cure naturali, il tarassaco non era di certo sconosciuto, anzi: già nel X secolo a.C. i medici arabi ne consigliavano l’utilizzo per depurare il sangue. L’etimologia della parola “tarassaco”, infatti, perviene proprio dall’arabo ṭarahšaqūn (cicoria). Tuttavia, un’altra ipotesi accreditata riguardo l’origine del nome di questa pianta è che derivi dall’unione di due parole del greco antico: ταραχή (scompiglio) e ἄκος (rimedio), che insieme potrebbero alludere ad un concetto di “riordinare l’organismo“.

L’importanza terapeutica del dente di leone è stata tramandata nel tempo, tanto che, nel 1500, il botanico tedesco Hieronymus Bock attribuì ufficialmente al tarassaco le proprietà diuretiche per cui e noto, mentre i farmacisti tedeschi erano d’accordo all’unanimità riguardo le sue proprietà vulnerarie, capaci cioè di rimarginare velocemente le ferite. Tra il popolo, vi era poi la credenza comune che indossando una collana composta da pezzi di radici di tarassaco si acquisisse maggiore serenità e migliorassero i rapporti sociali.

Autore dell'articolo

Medico italiano che ha lavorato all'Ospedale Internazionale Salvator Mundi di Roma. Ha conseguito il dottorato in medicina presso l'Università di Roma e ha poi lavorato per molti anni presso l'ospedale. Oggi insegna ai giovani specializzandi dell'Università di Roma, condividendo il suo bagaglio di esperienza in campo medico. Gaetano Lazzari è anche autore di numerosi articoli di medicina, alcuni scritti da lui stesso e altri dai suoi studenti post-laurea.

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