Perché, se analizziamo persone dello stesso tipo, in alcune le guance cadenti e il secondo mento si presentano già a 30 anni, mentre in altre non si hanno fino a quando diventano molto vecchie. Se confrontiamo i corpi di queste persone, i movimenti dei primi sono rigidi, mentre i secondi, anche in età avanzata, possono vantare la libertà e la fluidità del movimento.
Il nostro corpo è la geometria. Se viene modificato un angolo, l’intera struttura cambia. Questa geometria è sostenuta dalla fascia, il supporto del nostro corpo. La pellicola biancastra ed elastica che ognuno di noi ha visto quando tagliava la carne.
Per molto tempo si è pensato che il plesso di fasce, legamenti e tendini avesse solo una funzione ausiliaria. Un organismo sconosciuto dentro un altro organismo: il tessuto connettivo che gli specialisti chiamano “fascia” è essenzialmente la rete di comunicazione del corpo, l’infrastruttura della vita e il “sistema del benessere”.
La fascia è anche un enorme organo sensoriale. Più dell’80% delle terminazioni nervose sono concentrate nel tessuto della fascia. Questa rete è ricca di recettori del movimento e del dolore e assicura la capacità propriocettiva, la capacità di percepire la posizione delle parti del proprio corpo l’una rispetto all’altra nello spazio.
La fascia è una struttura continuamente connessa, una rete di tessuto connettivo, o se volete, una matrice 3D che non inizia da nessuna parte e non finisce da nessuna parte, il cui scopo è quello di unire tutto il corpo in un tutto unico: muscoli, organi interni, vasi, terminazioni nervose, periostio, meningi, facilitando la comunicazione tra loro, lo scorrimento e il trasferimento di tensione da una parte del corpo all’altra durante il movimento, la trasmissione degli impulsi nervosi, il normale metabolismo nei tessuti, ecc. E qualsiasi cambiamento in un sistema comporta cambiamenti nell’altro sistema. Interferendo su un gruppo di fasce – “corpo di fibre” dell’uomo- si formano i contorni del nostro corpo e del nostro viso.
Più armonioso è il funzionamento del sistema fasciale, più una persona appare esteticamente gradevole. Una diminuzione dell’elasticità della fascia si manifesta con un peggioramento della mobilità in qualche zona del corpo e una sensazione di tensione muscolare, il che influenza la biomeccanica del movimento. Si formano dei focolai di ispessimento nella fascia, che causano sensazioni dolorose.
La plastica (terapia) fasciale rappresenta diverse tecniche manuali, universali e individuali allo stesso tempo, che agiscono su disfunzioni e cambiamenti compensatori nelle fasce.
La terapia fasciale ha come risultato una schiena più dritta e una buona postura, una migliore mobilità articolare, flessibilità, fluidità e allo stesso tempo velocità di movimento.
In più una riduzione delle rughe d’espressione, rughe del collo, un viso aperto, rimozione della ‘maschera’, un collo lungo e mobile, riduzione del doppio mento. La plastica fasciale non è né massaggio né osteopatia pura. È la capacità dello specialista di equilibrare il corpo, ripristinare la corretta posizione delle ossa e delle articolazioni e riportare i muscoli in condizioni adeguate. Tutti questi cambiamenti insieme comportano cambiamenti estetici del viso e del corpo. E praticamente ognuno di essi può essere spiegato in termini di alterazione dell’equilibrio miofasciale del corpo. E cuscinetti adiposi sulla parte esterna della coscia, e tricipiti cadenti, e ginocchia deformi, e rughe del collo, e rughe del contorno occhi, e asimmetria del viso, e il viso cadente, e gonfiori e anche la famigerata cellulite.
“Ricordate, se avete la schiena dritta, avrete la postura del collo corretta (collo lungo) e niente guance cadenti o rughe facciali eccessive. Se il collo si è accorciato a causa di cambiamenti nel muscolo trapezio, la zona occipitale-frontale sarà sicuramente accorciata. Se la fronte era alta, diventerà più piccola e più spessa. Questo incide a sua volta sui muscoli del naso: così si formano le pieghe nasolabiali. La parte laterale del viso costituita dal muscolo temporale e da quello masticatore si accorcia e il viso da oblungo diventa improvvisamente rotondo, in più si formano le rughe sul collo. E gli occhi non sono più così grandi e le palpebre sono cadenti. È il muscolo orbicolare dell’occhio che ha reagito: c’è meno spazio per esso. Il viso appare più gonfio. Il linfodrenaggio aiuta giusto per qualche giorno, poi il viso si gonfia di nuovo. Attraverso muscoli tesi ricoperti dalla fascia, passano vasi sanguigni e linfatici e nervi. Essi si trovano nella stessa condizione compressa. L’afflusso e il deflusso del sangue e il deflusso della linfa sono ostacolati, inoltre il diaframma cervico-toracico è chiuso e il flusso di linfa nel dotto toracico è bloccato a causa della tensione nella regione toracica e dei cambiamenti nella biomeccanica. E ricorrere al linfodrenaggio facciale in questo caso è come usare uno sturalavandini per sbloccare un tubo intasato. Aiuta. Ma solo temporaneamente.“
E poi si verifica l’asimmetria facciale… Il più delle volte è associata a una disfunzione dell’articolazione temporo mandibolare destra.
In questo caso, per primo si abbassa l’occhio sinistro, il naso e la bocca si spostano leggermente a destra, la guancia sinistra diventa leggermente più grande all’inizio, poi invece si ritira e l’occhio destro comincia ad abbassarsi. Oltre all’estetica, si va incontro ai problemi ortodontici e dentali. Questi sono seguiti dal dolore dei muscoli facciali, che si manifesta in un’infiammazione del trigemino o del nervo facciale. Secondo diverse fonti, la malocclusione dentale e l’asimmetria possono portare alla depressione. Questo perché si verificano cambiamenti anche nelle strutture cerebrali. È chiaro che nessun medico estetico o anche ortodontista può risolvere il problema senza ricorrere alla terapia fasciale.
Gli estetisti stessi trovano più facile lavorare con il nostro aiuto. C’è un’opinione diffusa che gli specialisti del nostro campo non accettino le tecniche mini-invasive. Il che è fondamentalmente sbagliato.
Il percorso giusto per noi sarebbe quello di correggere inizialmente il viso e il corpo con la terapia miofasciale, e poi utilizzare i filler, che sono spesso necessari per dare volume ai tessuti a causa del riassorbimento delle ossa del cranio viscerale. E poi ancora plastica fasciale, per far sì che il filler sia meglio posizionato nello spazio interstiziale e il viso abbia un aspetto naturale. Per quanto riguarda gli esercizi, più vari sono meglio è. Si consiglia di includere nel proprio programma di esercizi lo stretching fasciale, l’allenamento dei tessuti molli e gli esercizi di rilassamento fasciale. È essenziale che la fascia sia elastica e allungata in modo tridimensionale. E la regolarità dell’esercizio permetterà di allungare e rilassare i tessuti iperattivi e troppo spessi e ripristinare la flessibilità di tutto il corpo.
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