La distorsione alla caviglia, quella che normalmente chiamiamo “storta”, procura gonfiore e dolore, talora anche molto intenso.
Di solito non è nulla di grave. In ogni modo è bene prendere le opportune misure al più presto per evitare che la sintomatologia perduri nel tempo, limitando le nostre attività quotidiane, o che, addirittura, insorgano conseguenze anche più fastidiose.
Ecco che cosa succede
Quando l’articolazione della caviglia è sottoposta a un movimento troppo brusco o errato si ha una momentanea modificazione dell’articolazione. Questo induce lesioni alle strutture circostanti (capsule articolari, legamenti, tendini, vasi).
Tipicamente compare dolore, seguito da gonfiore che tende ad allargarsi alle zone circostanti. Per esempio, in seguito a una storta alla caviglia ci si può ritrovare con un malleolo gonfio.
A seconda dell’entità del trauma, si potranno avere versamento di liquidi (edema) più o meno intenso, ed ematoma se si è verificata la rottura di vasi con stravaso di sangue.
Esistono diversi tipi di distorsione alla caviglia:
Distorsione in eversione | Il piede ruota orientandosi verso l’interno |
Distorsione in inversione | Il piede ruota orientandosi verso l’esterno |
Mai sottovalutare
Dopo qualunque trauma, anche se lieve e apparentemente banale, è sempre bene valutare accuratamente i sintomi e come si presenta la parte colpita.
Anche una storta non violenta, se non adeguatamente trattata, può provocare dolori e fastidi per lungo tempo.
Per stabilire la gravità della distorsione spesso basta fare attenzione ad alcuni segni.
Anzitutto, se non compare gonfiore siamo fortunati: il trauma è stato lieve e passerà in fretta.
In questi casi il dolore si attenua solitamente nel giro di pochi minuti e non compromette il movimento della caviglia.
Ma anche se il dolore è un po’ più intenso e protratto, fatichiamo a camminare e la sera la caviglia si gonfia, però non ci sono altri segnali che possano indicare lesioni importanti, basterà adottare le giuste misure per risolvere la situazione.
Al contrario, se il gonfiore compare subito, si evidenzia versamento di sangue e il dolore è tale da impedire qualunque movimento della caviglia è opportuno recarsi al pronto soccorso per escludere una rottura dei legamenti o una frattura ossea.
Ghiaccio, pomata e riposo
Se non ci troviamo nella situazione descritta per ultima, possiamo prenderci cura da soli della nostra articolazione con alcune semplici misure da adottare il più in fretta possibile per accelerare i tempi di guarigione.
Il nostro scopo sarà quello di ridurre dolore e gonfiore e recuperare al più presto il movimento dell’articolazione.
Prima di tutto applicare subito del ghiaccio e stare a riposo con la gamba sollevata. Il freddo va mantenuto per venti minuti facendo poi una pausa e successivamente riposizionando il ghiaccio sulla caviglia più volte, solitamente a intervalli di 30-60 minuti.
Una pomata antinfiammatoria e analgesica può aiutare a lenire il dolore e spegnere l’infiammazione velocizzando il processo di guarigione. Molto usati, in questi casi, sono gli antinfiammatori non steroidei a uso topico, come i gel a base di ibuprofene , di diclofenac o di ketoprofene, che vengono assorbiti velocemente dalla pelle e possono dare sollievo dal dolore riducendo anche lo stato infiammatorio.
Questi farmaci vengono applicati direttamente sulla distorsione con un lieve massaggio che facilita l’assorbimento a livello locale, andando così ad agire dove è necessario, massimizzando l’efficacia e riducendo il rischio di effetti collaterali.
Il classico intervento nell’immediato prevede il cosiddetto RICE, un acronimo che riporta le iniziali
di Rest, Ice, Compression, Elevation. Ecco di cosa si tratta:
Rest (riposo) | Riposo e astensione da attività sportiva |
Ice (ghiaccio) | Applicare subito del ghiaccio |
Compression (compressione) | Applicare un bendaggio, o un tutore, sulla parte lesa |
Elevation (elevazione) | Mantenere gamba e piede in alto per favorire la riduzione dell’edema (ed eventualmente dell’ematoma) |
Una benda può aiutare
Per facilitare la guarigione è bene anche fasciare la caviglia e tenerla sollevata, per mantenere a riposo l’articolazione, ma bisogna fare attenzione a evitare fasciature troppo strette che impedisca totalmente il movimento. La compressione infatti deve essere percepibile, ma non eccessiva per permettere un’adeguata circolazione del sangue in tutto il piede: se le dita tendono ad arrossarsi/scurirsi o si percepiscono formicolii o dolore in punti del piede diversi da quelli interessati dal trauma, il bendaggio va subito rifatto, lasciandolo un po’ più lento.
Il recupero completo delle funzionalità e del movimento può variare da 3 a 5 settimane, ma il dolore si dovrebbe attenuare già nei primi giorni. È importante tener presente che se nei giorni successivi il dolore persiste in maniera importante e, oltre alle difficoltà di movimento, compaiono versamenti o edemi, estesi e scuri, sarebbe meglio farsi vedere da uno specialista per un accertamento più approfondito.
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