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Tamarindo: proprietà, benefici e controindicazioni

Il tamarindo, o dattero dell’India, è un legume dall’azione lassativa, che si assume sotto forma di marmellata o sciroppo in caso di stipsi.

Cos’è il tamarindo

Il tamarindo è un albero sempreverde originario dell’Africa e appartenente alla famiglia delle Fabaceae o Leguminose. Il nome botanico è Tamarindus indica L. e, popolarmente, viene chiamato anche dattero indiano.

In erboristeria e fitoterapia del tamarindo si usano la polpa del frutto e i semi per la loro azione blandamente lassativa.

Descrizione della pianta del tamarindo

Il tamarindo (Tamarindus indica) è un grande albero tropicale, sempreverde e molto longevo, che può raggiungere i 30 metri di altezza e vivere fino a 150 anni.

La pianta del tamarindo sviluppa foglie composte tipiche delle leguminose e fiori bianco rosati da cui originano i frutti.

Il frutto del tamarindo è un baccello legnoso, lungo una decina di centimetri, che può contenere al suo interno dai 4 ai 12 semi. I semi del tamarindo sono avvolti da una polpa commestibile marrone scuro dal sapore leggermente acidulo.

La specie è originaria dell’Africa, ma la coltivazione del tamarindo è diffusa nella maggior parte delle regioni tropicali.

Proprietà del tamarindo

Il tamarindo è conosciuto soprattutto per la sua azione blandamente lassativa. La polpa del frutto e i semi di tamarindo sono dunque indicati per il trattamento della stipsi acuta e cronica.

Le proprietà del tamarindo sono date dalla presenza di zuccheri, pectine, acidi organinci, composti aromatici e altri composti che costituiscono il fitocomplesso di questa droga vegetale.

Benefici del tamarindo

I benefici del tamarindo sono dati dal ficomplesso presente nella polpa del frutto e dei semi. I costituenti attivi presenti nel tamarindo esercitano infatti un’azione osmotica all’interno del lume intestinale.

Richiamando acqua all’interno dell’intestino, aumenta la massa fecale e le feci si ammorbidiscono, favorendo così la peristalsi e l’evacuazione.

Il ricorso al tamarindo può essere quindi utile in caso di stitichezza acuta o cronica, anche nei bambini.

Per via della presenza di mucillagini, il tamarindo può anche aiutare a regolare l’appetito e l’assorbimento di zuccheri e colesterolo.

Caratteristiche nutrizionali

Il tamarindo ha grande valore nutrizionale: la polpa si compone per il 31% di acqua, 57% di zuccheri, 5% da fibre alimentari, ceneri, proteine e grassi. I costituenti principali sono pectine e zuccheri semplici.

Tra i vari minerali presenti nel tamarindo c’è in elevate quantità:

  • Potassio;
  • fosforo;
  • magnesio;
  • sodio;
  • calcio e selenio

mentre è fonte di vitamina A, B1, B2, B3, B5, B6, vitamina C, K, e J.

Il tamarindo è ricco di acido tartarico. Presente in percentuale del 12%, l’acido tartarico è anche un potentissimo antiossidante che aiuta l’organismo a proteggersi dai danni dei radicali liberi.

La sua polpa appiccicosa è ricca fonte di polisaccaridi alimentari, emucellulose, mucillaggini, pectine e tannini.

Il frutto contiene molti oli volatili come:

  • Limonene;
  • geraniolo;
  • safrolo;
  • acido cinnamico;
  • salicilato di metile;
  • pirazina.

​​​​​​​Insieme questi composti regalano al tamarindo le sue proprietà medicinali.  

Tamarindo

Come usare il tamarindo

Per sfruttare i benefici del tamarindo si può ricorrere allestratto secco, da assumere al dosaggio indicato dal produttore.

In alternativa, a scopo terapeutico si utilizzano lo sciroppo o la marmellata, al dosaggio di circa 30 grammi al giorno per l’azione lassativa. La dose viene ridotta a uno-due grammi per anno di età quando si usa il tamarindo lassativo nei bambini.

Come si mangia il tamarindo

La polpa di tamarindo può essere usata per preparare zuppe, minestre, piatti di accompagnamento al riso. Tra le ricette con tamarindo troviamo anche la salsa Worcestershire, che contiene questo ingrediente.

In Italia i frutti freschi di tamarindo non si trovano facilmente, se non nei punti vendita più forniti o specializzati in frutti tropicali.

La polpa disidratata si trova invece con più facilità e viene utilizzata, oltre che in infusione, anche per preparare bevande dissentanti e come edulcorante. Il sapore del tamarindo è infatti dolce e acidulo.

In commercio è possibile trovare anche la marmellata e lo sciroppo di tamarindo usati generalmente a scopo terapeutico.

Controindicazioni del tamarindo

Il consumo di tamarindo e l’uso terapeutico di questo rimedio sono sconsigliati in caso di ipersensibilità o allergia alla pianta.

L’impiego terapeutico risulta inoltre controindicato durante la gravidanza e l’allattamento.

Infine, è possibile che si verifichino interazioni se il tamarindo viene assunto contemporaneamente ad alcuni medicinali come l’aspirina o che riduca l’assorbimento di terapie farmacologiche.

Autore dell'articolo

Medico italiano che ha lavorato all'Ospedale Internazionale Salvator Mundi di Roma. Ha conseguito il dottorato in medicina presso l'Università di Roma e ha poi lavorato per molti anni presso l'ospedale. Oggi insegna ai giovani specializzandi dell'Università di Roma, condividendo il suo bagaglio di esperienza in campo medico. Gaetano Lazzari è anche autore di numerosi articoli di medicina, alcuni scritti da lui stesso e altri dai suoi studenti post-laurea.

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